Fuori dagli occhi.
E volli tutto fuori dagli occhi.
( La mia doula ha il volto bianco della fiera,
rannicchiato
su una sedia.
non già invisibile,
non
come quel corpo fremente e nerboruto
che aspetta la sua veste.
Tutto ad un tratto La luce getta un drappo, ed una figura compare.
E’ una fiera dal corpo d’ uomo, le cui parole dense cadono
dalla voce innaturale, come fili di piombo votati al pavimento.
Ma mentre come mani è trascinata dabbasso,
il collo si ingrossa
perchè quel cavo d’eco
è in alto,
troppo in alto
per quel solo uomo. (cosa ) Vorrà dire?
-Oh Amleto, perchè sei tu Amleto?
Io non sono Amleto.
-Rinnega tuo padre e rifiuta il tuo stesso nome.
o se non vuoi, giura che sarai e non rinuncerai più a te stesso.,
Per esaudire il volere di tuo padre,
-Solo il tuo ( suo ) nome è tuo nemico: tu sei tu.
Non recito più alcun ruolo.
-Che vuol dire “Amleto”?
Le parole non dicono più niente.
-Non è una mano, né un piede, né un braccio, né un viso,
nulla di ciò che forma un corpo.
I miei pensieri succhiano sangue alle immagini. e alle azioni
-Prendi un altro nome.
Il mio dramma non si terrà più. Destìnati ad altri drammi. Datti un altro nome.
-Che cos’è un nome?
Quella che chiamiamo “rosa”
anche con un altro nome avrebbe il suo profumo.
Dietro di me viene approntato lo scenario. Da gente cui il mio dramma non interessa, per gente cui non ha niente da dire.
-Rinuncia al tuo nome, Amleto, e
per quel nome che non è parte di te, riprendi te stesso.
Neanche a me interessa più.
Non sto più al gioco.
Ogni cosa ha origine da una negazione,
e si rinnega sè stessi,
dal buio, dall’inerzia, dalla solitudine, dalla rassegnazione.
O da una affermazione?
Amleto ( non ) è sè stesso +, ( non ) si racconta +, perchè
( non ) è il suo dramma che interessa.
Il teatro che racconta ciò che ( non ) è successo, sulla scena,
il teatro che invita alla ricerca di ciò che nel buio ( non ) c’è,
il teatro che si fa metateatro, per raccontarsi
e compartecipare,
dove i figli partoriscono i padri assenti, sordi,
come marchi e come semi che contengono alberi
già marci, già sani, già fertili, già sterili.
<< ——————————————— [ Ci si crede al sicuro ]——————————————– >> ——————————————————————————————————————————-
in quella striscia non nera come quella che si staglia in una profondità perduta dove
tutto è agito, invece ogni cosa comincia e si è travolti,
perchè quel quadrato nero avanza, come di un moto
d’astro celeste, avviato dalla spinta di un uomo che
cessa di essere fiera.
Il filo pendulo sferza
len
ta
men
TE la resa e attira e tira sù un uomo che non trova riposo
nè vuole trovarlo . Ecco la Macchina.
E quando è tutto perduto nel buio del lato sbagliato della
ricerca, quando non basta più niente in quel quadrato . Ecco la Macchina.
di mondo che ci si è assegnati, allora la forza bruta della
fiera incontra la volizione dell’uomo, e sotto la luce
e con la voce , . Ecco la Macchina.
Voce Potente che ingenera Potenza,
<<<<<<<< << FORTINBRASMACHINE >>>>>>>>>>
+ AMLETO ( ? ) URLA
si trascendono le posizioni ,
come una coclea che riporta su la luce
porta alla luce e finalmente tutto si ritrova,
e non è + Amleto, non è + La Fortinbrasmachine. . Ecco la non Macchina.
Il dubbio che qualcosa sia, che possa invece non essere
si trasforma in contrapposizione,
generatrice, il duale che si fa uno.
+Plus
Essere cosa? O essere non.
)
